PAROLE AL LAVORO

Le parole del lavoro e quelle che lavorano. Qui, dove linguaggio e lavoro si incontrano, grazie al lavorìo costante delle parole.

Le grammatica elementare del mondo

Interazioni e configurazioni discorsive: qualche riga sul perché il linguaggio è la "cosa" da osservare, mettendo da parte - almeno per ora - "chi" questo linguaggio lo parla.

Quello che sappiamo sulla grammatica elementare del mondo sta continuando a crescere

E' una frase di Carlo Rovelli, nel suo bellissimo libro La realtà non è come ci appare.

Ormai avrete intuito che, oltre a quella per il linguaggio, ho un'altra passione: quella per lo sviluppo del pensiero scientifico. Immaginatevi come mi sono sentita quando, leggendo il racconto dell'evoluzione delle varie teorie in campo fisico, mi sono imbattuta nelle parole di Rovelli: la grammatica usata come metafora per descrivere cosa sappiamo del mondo è stata per me un segnale che dovevo approfondire la relazione che questa metafora suggerisce.

-- piccolo inciso - Rovelli parla di fisica, ci racconta che nel corso del XX secolo le nostre conoscenze sul mondo sono state completamente stravolte, fino ad affermare che non esistono tempo e spazio ma solo probabilità di eventi. Di cui noi siamo una pura casualità. Io qui non parlo di fisica, non nel merito quantomeno. Ma userò sempre più spesso gli insegnamenti paradigmatici di questo ambito di conoscenza per raccontare come è cambiato o dovrebbe cambiare il nostro modo di osservare le cose, fisiche e non. --

Tornando al linguaggio… meravigliosa anche la citazione di Democrito (tra il 460 e il 370 a.C circa), che riporta sempre Rovelli:

Così come combinando le lettere dell’alfabeto in modi diversi si possono ottenere commedie o tragedie, storie ridicole o grandi poemi epici, allo stesso modo combinando gli atomi elementari si ottiene il mondo nella sua sterminata varietà.

Pazzesco, per l'epoca e le poche conoscenze che aveva, l'utilizzo di una così raffinata metafora!

Ma il legame tra scienza e linguaggio va ben oltre la metafora: il linguaggio è stato usato come argomento di riflessione critica proprio nei momenti più delicati dello sviluppo del pensiero scientifico.

Le nostre parole sono inadeguate

W. Heisenberg - che di "scoperte" rivoluzionarie se ne intendeva - ha dedicato molte delle sue energie proprio alla relazione tra il linguaggio e (ciò che noi chiamiamo) la realtà; soprattutto quando si è trovato a dare un nome a quello che - lo sapeva bene - avrebbe stravolto le fondamenta di tutta la conoscenza prodotta fino a quel momento.

Le nostre parole sono inadeguate

disse. Inesattezza, Indeterminatezza, Incertezza. Non sapeva quale nome scegliere. E lo posso capire: come si fa a dire alle persone che la realtà è indeterminata?

La mancanza di un linguaggio idoneo è un problema fondamentale

La questione lo occupò a lungo, scrisse un intero capitolo del suo libro Fisica e filosofia dedicato proprio alla relazione tra Linguaggio e realtà nella fisica moderna per spiegare come il linguaggio si evolve con l'evolversi della conoscenza scientifica. E quindi, in mancanza di parole adeguate…

si dovrebbe semplicemente attendere lo sviluppo del linguaggio stesso, che si adatta, dopo qualche tempo, alla nuova situazione.

Non certo tentare di incastrare concetti nuovi in parole vecchie. Come spesso tentiamo invece di fare noi, quando non vogliamo arrenderci al fatto che a volte una spiegazione non c'è, una causa non c'è, non ci sono caratteristiche di personalità da classificare. Non ci sono persone e meccanismi di performance individuale da sigillare e premiare o punire se tutto ciò che ci circonda è dato solo nelle interazioni. Eppure, ci continuiamo ad affidare a queste vecchie parole, che rimandano a vecchi modi di osservare, ormai desueti.

Non sono le persone a dare origine all'interazione, ma è l'interazione che da origine alla nozione di persone

Rovelli racconta così la rivoluzione paradigmatica portata dalla quantistica di Heisenberg:

Non sono le cose che possono entrare in relazione, ma sono le relazioni che danno origine alla nozione di cosa.

Sostituiamo ora alla parola cose la parola persone e subito capiamo che è solo nell'interazione che esistono le persone. Questo è un nuovo punto di partenza, un nuovo modo di osservare.

La grammatica elementare del mondo è in continua evoluzione. Noi e le nostre parole dobbiamo imparare a tenere il passo. Il mondo è fatto di interazioni e la scienza delle interazioni umane si fa ogni giorno, rendendo il processo discorsivo (il linguaggio, nostro strumento di interazione) la cosa da osservare e la competenza da formare.

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Oltre a La realtà non è come ci appare di C. Rovelli e a Fisica e filosofia di W. Heisenberg, questo articolo è stato ispirato da queste altre letture:

Incertezza di D. Lindley

Il parlar figurato di B. M. Garavelli

L'archeologia del sapere di M. Foucault

Anna Girardi
Anna Girardi
Psicologa e consulente dialogica. Per le organizzazioni, che sempre più hanno bisogno di coinvolgere le persone e promuovere responsabilità condivisa. E per le persone stesse, che sempre più hanno voglia di crescere e dare il proprio contributo, nel lavoro e nella comunità.
Anna Girardi

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